Il mondo delle STG italiane e i loro consorzi, baluardi della tradizione

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Pizza napoletana, vincisgrassi alla maceratese, mozzarella e amatriciana tradizionale: cos’hanno in comune queste preparazioni? Sono tutte STG – Specialità Tradizionali Garantite, una delle tre principali certificazioni europee di qualità alimentare, insieme a DOP – Denominazione di Origine Protetta e IGP – Indicazione Geografica Protetta.

A differenza delle sigle più note, le STG certificano la ricetta e il metodo tradizionale, non l’origine geografica, preservando le tradizioni culinarie e contribuendo alla loro promozione e diffusione nel mondo. Un prodotto STG può essere realizzato ovunque, purché rispetti il suo disciplinare, che prevede ingredienti, lavorazioni, tempi, strumenti determinati.

Mentre DOP e IGP sono centinaia in Italia, le STG sono per ora solo quattro. Il motivo? L’interesse da parte dei produttori locali è limitato rispetto alla valorizzazione della specificità territoriale, cui sono legati anche vantaggi competitivi sul mercato, inoltre l’iter di riconoscimento è lungo e complesso: servono almeno 30 anni di tradizione documentata e l’accordo tra diversi portatori d’interesse, difficile da raggiungere quando non esiste una sola versione ufficiale di una ricetta tradizionale, basti pensare ad esempio al pesto, alle lasagne e al ragù. Molti progetti in corso, per difficoltà di percorso, si sono bloccati prima del riconoscimento UE.

Il ruolo dei consorzi di tutela STG

Sono organismi ufficialmente riconosciuti che si occupano del controllo e rispetto del disciplinare, verificando che chi usa la denominazione STG segua con attenzione il metodo di produzione autorizzato.

I consorzi organizzano la promozione nazionale e internazionale delle STG, organizzando eventi, fiere, degustazioni e settimane tematiche; collaborano con ICE-Agenzia, Ambasciate, Camere di commercio italiane all’estero e posizionano i prodotti certificati come ambasciatori della cucina italiana autentica. Gestiscono inoltre attività di formazione e divulgazione insieme a scuole di cucina, università, associazioni gastronomiche; in più, producono materiale didattico e multimediale per far conoscere la STG come modello di tradizione codificata. Ultimo ma non ultimo, giocano un ruolo importante nella lotta all’italian sounding, difendendo il marchio e contrastando l’uso improprio delle denominazioni.

Entro i confini nazionali, i consorzi STG valorizzano la tradizione certificata contro l’imitazione commerciale, aiutando i consumatori a cogliere le differenze e promuovendo la trasparenza della filiera. All’estero partecipano a campagne UE e a eventi internazionali come Sial e Anuga, oltre a fare rete con catene di ristorazione Authentic Italian.

Custodi di ricette e ambasciatori gastronomici

Le Specialità Tradizionali Garantite sono uno strumento potente di difesa della tradizione italiana, soprattutto in un contesto dove la contraffazione del Made in Italy è una piaga difficile da debellare. I consorzi STG agiscono come custodi delle ricette autentiche e ambasciatori gastronomici: mantengono vive le tecniche storiche e al tempo stesso trasformano i piatti tipici in simboli di cultura “esportabile”.

>> Consulta il Registro UE delle Traditional Specialities Guaranteed – TSGs

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