Le Rugantine e l'incidenza del 100% italiano
Le Rugantine: grano di prima qualità, 100% italiano
Quello fra pasta e social network è un binomio che funziona, spinto dalla necessità di intercettare una clientela sempre più attenta a ciò che vede quotidianamente sulle varie piattaforme. “Il digitale e nello specifico i social, hanno accelerato la relazione fra consumatore e prodotto” ha sottolineato Andrea Antonelli, line manager & founder de “Le Rugantine”, durante il webinar di Cibus Lab e Gdo News “Primi piatti. Pasta, salse, sughi pronti e rossi: i colori dell’Italia nel mondo”.
“Se pensiamo che la grande distribuzione nasceva come anello di congiunzione fra industria e consumatore – ha aggiunto – quando si sono palesate le responsabilità di entrambe il secondo ha preferito la relazione diretta con l’industria, che non riusciva a rispondere se non tramite il marketing e la comunicazione. I social sotto questo punto di vista sono la migliore risposta visto che si è passati da una comunicazione “monologica”, ad una amplificata dai social e “dialogica” fra industria e consumatore e viceversa. Si è creata una vera e propria interazione, un appuntamento che non può essere mancato per anticipare nuove tendenze”.
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(Line Manager & Founder – Le Rugantine)
Un quadro in cui l’azienda romana, specializzata nella pasta all’uovo, si pone così: “Curiamo molto l’aspetto relativo ai social media e al digitale – ha affermato il manager – e se si considera l’incidenza del mercato della pasta da grano “100% Italiano”, noi abbiamo iniziato a lavorare su “Essenza di grano” poco prima della pandemia, a dimostrazione di come avessimo già scoperto quel trend non tramite dati. La rilevanza delle materie prime era già oggetto della nostra attività”. “Non solo, perché dopo la modifica sulle norme che obbligano l’inserimento dell’origine della materia prima, nel nostro caso il grano, oggi abbiamo visto che non basta più mettere la denominazione “100% Italiano”. C’è infatti – ha evidenziato ancora Antonelli – una grande sfiducia da parte del consumatore che forse l’ha portato a scegliere un prodotto più vicino. L’origine non è sinonimo di qualità a prescindere, ci sono molti grani esteri che forse hanno qualità diverse e maggiori del 100% Italiano. Ovviamente anche noi ne abbiamo di importanti come il grano duro “Maestà” che abbiamo selezionato e che rappresenta una risposta a tutte le esigenze del consumatore odierno. Infatti oltre ad avere una vocazione alla pastificazione ha un alto contenuto proteico, un alto indice di glutine e quindi un apporto nutrizionale corretto e adeguato. Soprattutto in termini di bontà offre un’esperienza di masticabilità e passione”.
“Abbiamo percorso la strada della materia prima di qualità perché ce l’ha indicata il consumatore. È vero che nei social ci si va un po’ a targetizzare rispetto al proprio mercato però è sempre più larga la forbice del consumatore che non sceglie solo il grano 100% Italiano o una pasta di qualità ma cerca anche quello che dietro, come la valorizzazione delle filiera, un concetto che con “Essenza di grano” portiamo avanti con impegno”. Così infine sull’impatto della pandemia sul mercato: “Il consumatore medio – ha concluso Antonelli – ha trovato rifugio nelle tradizioni e come produttori di pasta all’uovo abbiamo visto un calo iniziale, un po’ colmato dal fatto che le persone erano più prese dall’home made di pizza, pane e la riscoperta di cose che venivano fatte in casa, più che la pasta all’uovo il cui andamento è sempre maggiore rispetto al prodotto secco, ripieno escluso. Abbiamo visto anche un incremento dovuto alla corsa alle casse fra marzo e aprile 2020”.
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